capture 012 06042022 122224Paolo Bianchini, presidente di Mio (Movimento Imprese Italia), rilancia l’avvertimento di Carlo Bonomi, numero uno di Confindustria, per segnalare la crisi delle imprese italiane, travolte da eventi eccezionali che non hanno una risposta adeguata nelle mosse dell’esecutivo guidato da Mario Draghi. Bianchini, nei mesi della pandemia in prima linea per le riaperture dei locali, usa toni allarmistici: «Prima il Covid, adesso la guerra; prima l’emergenza sanitaria, adesso quella militare e umanitaria. Cambiano gli scenari, ma le conseguenze di queste situazioni, a causa di una politica miope e incapace, finiscono sempre addosso alle nostre aziende: l’allarme del presidente di Confindustria, Bonomi, che parla addirittura di un 47 per cento di imprese a rischio chiusura, rilancia di fatto quello che stiamo dicendo da tempo sulla totale inerzia del Governo Draghi, che assiste passivo a quella che rischia di essere una strage economica e sociale».

«Con il Covid, parlavamo di una variante imprese, perché, nella sostanza, eravamo noi quelli a pagare le conseguenze più pesanti - sottolinea ancora Bianchini - mentre prima il Governo Conte e, poi, quello Draghi mostravano tutta la loro incapacità a fronteggiare una situazione di reale emergenza non solo sotto il profilo sanitario, ma anche e soprattutto su quello economico. Peraltro, come abbiamo letto appena ieri, le risultanze del Comitato tecnico scientifico, su cui si sono basati questi governi, per chiudere il nostro settore, l’horeca, che prima del Covid costituiva il 30 per cento del Pil nazionale, erano infondate, come, del resto, abbiamo sempre denunciato, seppur inascoltati». 

 

«Oggi - conclude la nota di Bianchini - non possono essere ripetuti gli errori del recente passato, che hanno massacrato le nostre aziende, e il Governo ha il dovere di adottare misure che contribuiscano a combattere in modo serio e concreto le conseguenze della guerra, che, come ha ben spiegato Bonomi, possono essere letali per la nostra economia. Draghi vuole o no salvare il Paese? Lo dimostri adesso, con i fatti, o sarà troppo tardi».

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