Da oggi in edicola il pamphlet. Sarebbe sbagliato dire – usando un termine caro alla sinistra – che la Boldrini è divisiva. Tutt’altro. È uno straordinario agente compattante, una forza centripeta che unisce tutti: da Brunetta a Di Battista. Tutti uniti. Contro di lei. Un piccolo capolavoro. 

 

Pubblichiamo la prefazione del pamphlet "Tutte le boldrinate dalla A alla Z" di Domenico Ferrara da oggi in edicola in allegato con il Giornale per una settimana. 

Questo volumetto, in realtà, al di là di quello che potrebbe apparire, è un’ode alla iperattiva presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini. Nel marzo 2013, l’ex portavoce dell’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati, assumeva il ruolo di terza carica della Repubblica italiana. L’hanno votata in 327, non proprio all’unanimità, grazie a una candidatura, come capolista nelle circoscrizioni Sicilia e Marche, calata dall’alto dal partito di Sel, alla faccia delle primarie locali.

Una poltrona istituzionale di primo piano, teoricamente chiamata all’imparzialità, che nel corso di questi anni le ha permesso di fare da cassa di risonanza a tutte le sue battaglie politiche che spesso sono tracimate in vere e proprie ossessioni personali. Qui collezioneremo una piccola antologia delle boldrinate più pirotecniche, selezionando fior da fiore tutti i temi più cari alla presidenta (come ama, anzi esige, essere chiamata): dalla battaglia lessicale per la parità dei sessi al femminismo esasperato, dall’antifascismo compulsivo all’amore senza frontiere per gli immigrati di ogni risma.

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