Qualcuno usa i cartelli come un’arma per difendere la trincea: «Area pedonale». Ma è una scusa, un inganno ai danni dei ciclisti, perché il Codice della strada lo spiega con precisione (anzi, lo impone) che le biciclette e i pedoni devono convivere. E invece, la guerra alle due ruote si combatte a suon di ordinanze e a colpi di multe, ma anche con piste ciclabili lasciate a metà o con la riduzione degli spazi destinati al mezzo di trasporto più ecologico che ci sia. L’Italia che odia le biciclette è grande quanto una mappa che include tutte le regioni. Dove, nei confronti di chi va in sella, è scattata la tolleranza-zero. E, infatti, solo nel 2016 le multe sono aumentate del 62 per cento.  

 Oristano sorge nel cuore di una pianura che sarebbe il sogno di ogni ciclista. Non ci sono saliscendi e non piove quasi mai, ma nel salotto buono le bici non potranno più entrare. Il divieto è stato appena deciso dalla Giunta comunale, ancora non è entrato in vigore ma ha già scatenato le prevedibili polemiche. Qualcuno, intanto, protesta a colpi di pedalate, scorrazzando su e giù per l’area pedonale del centro storico, tra piazza Roma e piazza Eleonora e anche lungo la strada dello shopping che gli oristanesi hanno ribattezzato «Via Dritta». «Noi non siamo nemici dei ciclisti - dice il sindaco, Andrea Lutzu -. In quella fetta del nostro centro gli spazi sono ridotti e la presenza delle bici stava diventando troppo pericolosa. Abbiamo già assistito a diversi incidenti. I ciclisti possono passare nelle strade vicine, oppure scendere dalla sella e portare a mano la propria bicicletta». Ma nella sfida tra pedoni e ciclisti, Oristano non si trova da sola a combattere. 

A Trieste il Consiglio comunale dovrà decidere se approvare o no una mozione della Lega che chiede di bloccare l’ingresso dei ciclisti nelle strade pedonali. Ma non mancano le proteste e la Fiab (la Federazione italiana amici della bicicletta) ha persino fatto scattare una raccolta di firme per impedire che il divieto venga approvato. E a Grado, sempre in Friuli Venezia Giulia, la guerra ai ciclisti l’hanno combattuta (con sanzioni da 81 euro) in prima linea i vigili urbani, piazzati dal Comune a presidiare il centro storico diventato off-limits.

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dall'articolo di  Nicola Pinna  per lastampa.it

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