Cgil, Cisl e Uil hanno inviato al governo una richiesta sulla modifica del sistema contributivo previsto per i collaboratori domestici, ovvero colf, badanti e baby sitter. L'obiettivo è rendere più cospicuo l'assegno pensionistico di queste categorie di lavoratori, aumento che si tradurrebbe, però, in un maggior onere per le famiglie, i datori di lavoro, di circa mille euro l'anno. Il documento inviato dai sindacati al governo, lo stesso in cui chiedono lo stop dell'innalzamento dell'età pensionabile a 67 anni, riguarda il sistema di calcolo dei contributi.

 

Oggi il meccanismo si articola su due livelli, ai quali corrispondono aliquote diverse. I contributi sono standard per i contratti fino a 24 ore alla settimana, e dimezzati sopra le 25 ore. Il sistema è stato così configurato per rendere meno oneroso lo sforzo sostenuto dalle famiglie che si avvalgono di collaboratori a tempo pieno, come le badanti. Minori versamenti all'Inps si traducono in una pensione più magra, ed è tale motivo che spinge i sindacati a chiedere il pagamento pieno dei contributi anche sopra le 25 ore settimanali e che questi siano "rapportati alle retribuzioni corrisposte effettivamente, se superiori a quelle convenzionali". La scure che si abbatterebbe sulle famiglie sarebbe compresa tra i 500 e i 650 euro per i contratti tra le 25 e le 29 ore, mentre tra i 1050 e i 1250 euro per contratti dalle 50 ore in su.

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dall'articolo di Liberoquotidiano.it

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