IVA TASSAContinua a rimanere elevata in Italia la frode ai danni dell'imposta sul valore aggiunto. Secondo gli ultimi dati pubblicati nella notte dalla Commissione europea qui a Bruxelles, nel 2015 la differenza tra l'Iva raccolta e l'Iva stimata è ammontata a 35,093 miliardi di euro, in calo rispetto all'anno precedente, ma sempre in termini assoluti il livello più elevato tra i 28 paesi dell'Unione. Le statistiche giungono mentre Bruxelles sta lavorando a una riforma della raccolta dell'imposta.

 

Secondo la Commissione europea, nel 2015 la perdita di IVA a livello europeo è stata di 152 miliardi di euro. «I paesi membri non dovrebbero accettare perdite così scioccanti di gettito fiscale derivanti dall'Iva – ha detto il commissario agli affari monetari Pierre Moscovici –. La Commissione europea sostiene gli sforzi nazionali per migliorare la raccolta dell'IVA. Le regole tuttavia risalgono al 1993. Proporremo presto una revisione delle regole relative alle vendite transnazionali».

Lo scarto tra IVA stimata e IVA effettivamente raccolta è più elevato in Romania (37,2%), in Slovacchia (29,4%) e in Grecia (28,3%). In Italia la percentuale è pari al 26%. Come detto, in valore assoluto il dato italiano rimane il più elevato: oltre 35 miliardi di euro di IVA persa. A titolo di confronto, nel 2015 la Germania ha perso gettito per 22,3 miliardi (10%), la Francia per 20,1 miliardi (12%). Tra i paesi nei quali lo scarto è più basso troviamo la Spagna (3,5%) e la Croazia (3,9%).

La situazione italiana sta lentamente migliorando. Il dato in percentuale è sceso di tre punti tra il 2011 e il 2015, dal 29 al 26%. Nel 2015, per combattere la frode, il governo italiano ha introdotto un sistema detto split payment in inglese: con questo regime derogatorio, lo Stato versa l'Iva all'erario ogni qualvolta effettua un pagamento in cambio di un bene o di un servizio, anziché consentire alla controparte di effettuare il versamento e di compensare nel caso le somme a debito e a credito.

Come detto, Bruxelles presenterà in ottobre nuove regole sulla raccolta dell'Iva nelle transazioni transnazionali, che secondo la Commissione pesano per un terzo dello scarto tra Iva stimata e Iva raccolta (vale a dire circa 50 miliardi di euro all'anno). A grandi linee, la riforma prevede che a incassare l'IVA sarà il paese venditore sulla base dell'aliquota del paese acquirente. Il denaro verrà poi trasferito dal primo al secondo paese. Oggi la raccolta avviene nel paese di destinazione, e ciò è spesso fonte di frode.

da dagospia.com - da Beda Romano per Il Sole 24 Ore

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