Renzi destinazione italia 675Destinazione Italia doveva essere il viaggio che rimette in connessione il leader del Pd con gli italiani. Ma dopo la prima settimana tra fischi, insulti e proteste nelle stazioni lo staff cambia programma e decide di non divulgare più le tappe, sottraendo il segretario alle imboscate di chi non gradisce la sua passerella lungo i binari. Neppure l'organizzazione del Pd sa dove e quando ferma il treno. E passa la palla alle Fs, che a sua volta la ripassano al partito. Mentre il convoglio si arrende dove è più agevole spiccare il volo.

 

È partito da una stazione, è arrivato a nasconderle tutte. Fischi e insulti di cittadini arrabbiati a Polignano, striscioni a Porto San Elpidio, grida e dileggi a Reggio Calabria. Ogni tappa, una croce per il tour in treno di Matteo Renzi, partito il 17 ottobre per toccare in otto settimane le 107 province italiane. “Destinazione Italia” voleva essere un “percorso di ascolto e confronto” ma alle prime fermate Renzi e i suoi hanno dovuto rimettere i piedi per terra: “Buffone, buffone!”, urlano a Vasto, dopo un’accoglienza non meno calorosa ad Ascoli Piceno, mentre a Reggio Calabria hanno dovuto far rientro in stazione dall’ingresso secondario. Così, per evitare che ogni fermata del convoglio si trasformi in uno spot anti-Renzi, hanno  deciso di cancellare ogni indicazione sul programma di viaggio. Neppure l’organizzazione del Partito, abbiamo fatto la prova, sa dove il convoglio fermerà.

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dall'articolo di   per ilfattoquotidiano.it

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