Non misurano affatto le calorie, ma solo una differenza di temperatura.  Da quest’anno sui caloriferi degli appartamenti dei condomini sono attivi degli apparecchi che promettono di misurare quanto riscaldiamo davvero il nostro appartamento, facendoci pagare su questa base anziché semplicemente in proporzione ai metri quadrati. Secondo la legge ormai dovrebbero esserci in tutti gli edifici con riscaldamento centralizzato. La promessa, o l’illusione, è anche di riuscire a risparmiare. Ma che cosa misurano davvero questi strumenti?  

 

Il nome tecnico è “contabilizzatori di calore” e ciò che misurano non sono affatto le calorie rilasciate nell’ambiente dal termosifone. Il funzionamento è piuttosto semplice. Al loro interno ci sono una o due sonde capaci di misurare la temperatura. Se le sonde sono due, rilevano la temperatura sia sul lato rivolto verso il calorifero sia su quello verso la stanza e poi l’apparecchio calcola la differenza tra le due. Se la sonda è una sola, rileva la temperatura soltanto sul lato rivolto verso il termosifone e l’apparecchio calcola la differenza tra calorifero e stanza supponendo che la temperatura dell’ambiente che viene riscaldato sia sempre uguale a 20° C. 

Ma siccome non tutti i radiatori sono grandi uguali, la differenza di temperatura viene moltiplicata per un coefficiente che tiene conto delle dimensioni del calorifero (e anche del materiale di cui è fatto). A impostare il coefficiente è stato il tecnico che ha installato il contabilizzatore, e quindi non si può modificarlo o controllarlo. Bisogna fidarsi, anche se esistono regole precise per effettuare queste impostazioni. 

La misurazione avviene a intervalli regolari, per esempio una volta ogni mezz’ora. Alcuni produttori spiegano che sono necessarie due condizioni: che la temperatura del radiatore sia almeno di 23 gradi e che la differenza tra la temperatura del termosifone e quella dell’ambiente sia di almeno 4,5 gradi. Per gli appassionati, online si trova facilmente la formula di calcolo.  

Ciò che viene misurato non è quanto calore esce dal calorifero, ma solo una stima del consumo energetico in ogni stanza. Sul contabilizzatore si possono leggere uno o più numeri, però anche se si capisce quale sia il numero che si riferisce al calore contabilizzato (è quello che aumenta nel tempo), si tratta solo di un numero, forse già corretto con il parametro del singolo radiatore o forse no, e non corrisponde a nessuna unità di misura, come i Watt o le calorie. Può servire unicamente per un confronto all’interno del proprio appartamento, per vedere se in un calorifero cresce più rapidamente che in un altro, per esempio. Non è utile invece per sapere quanto si sta consumando, visto che manca qualunque parametro di riferimento, e tanto meno può servire per sapere quanto si spenderà. 

I dati vegono trasmessi via radio direttamente a una centralina che è da qualche parte sul piano o nel condominio (ma potrebbe anche passare un tecnico una volta all’anno con uno smartphone a raccoglierli), e poi da qui alla ditta che il condominio ha scelto e che provvede a fare i calcoli per ripartire i consumi. Le onde emesse dalla trasmissione, assicurano tutti i produttori, non sono in alcun modo dannose anche perché le quantità emesse sono minime, molto inferiori a quelle di un telefonino.

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dall'articolo di  PAOLO MAGLIOCCO per lastampa.it 

 

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