Grande stagione di sondaggi quella odierna, con andamenti che a fine anno offrono conferme, rilanciano speranze, mettono in discussione certezze consolidate. I dati sono riassumibili in una manciata di indicazioni, che solo un'ottantina di giorni di restante campagna elettorale – non tantissimi ormai – potranno smentire o confermare.
- Continua l'erosione del Pd, che scende per la prima volta sotto la fatidica soglia del 23%;
- Nella virtuale coalizione di centro-destra, avanza ancora Forza Italia allargando il gap con la Lega di Salvini;
- Sempre a destra sembra irrobustirsi, una - per ora – atomizzata platea di sigle e nomi a testimonianza che c'è ancora uno spazio da coprire;
- Tiene ma non cresce Liberi e Uguali;
- Sembra avvicinarsi al 30% il Movimento 5 Stelle.
Un quadro in movimento e che per ora sembra mostrare elementi di 'tendenza' abbastanza forti, che lasciano ipotizzare due diversi scenari:
- Il primo in cui la crescita del centro-destra si consolida e quella del M5S si raffredda: in tal caso è ipotizzabile che Berlusconi/Salvini/Meloni e eventuali alleati, arrivino alla maggioranza assoluta dei seggi sia alla Camera, che al Senato
- Il secondo che vede un ulteriore incremento dei consensi del M5S, un corrispondente arretramento del PD (preda di una sorta di sindrome 'siciliana') e quindi – per la crescita di competitività dei grillini nel centro e nel sud del paese – il venir meno della maggioranza assoluta per il centro-destra.
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