Ora ci fanno pagare anche i sacchetti per la frutta e la verdura. Si, avete capito bene, proprio quelli che utilizziamo per le mele, le banane, i carciofi, le cipolle, le carote… Quei sacchetti ci verranno addebitati sulla spesa di ogni giorno. Incredibile, ma vero. Dal primo gennaio tutto cambia e nulla cambia: le tasse aumenteranno e i poveri rimarranno poveri. D’altronde, cosa potevamo aspettarci da questo governo appena sciolto se non la fregatura? 

 

In Italia troppe cose non vanno per il verso giusto. Troppi cittadini Italiani sono stati abbandonati. Rita ne è un esempio, è costretta a vivere con una misera pensione di 260 euro. D U E C E N T O S E S S A N T A, l’unica sua entrata. Rita è affetta da mille patologie, eppure è costretta a marcire nella sua povera casa popolare. Dimenticata da tutti. Ha provato a chiedere aiuto allo Stato ma, chiaramente, non ha riposto. Non sa più a chi rivolgersi, è disperata. Per lei non esiste il pranzo o la cena, mangia quello che le capita, quello che le viene offerto. Ormai è abituata a razionare il poco cibo che riceve ad intermittenza dalla Caritas parrocchiale: una piccola busta (tassata) con un pacco di pasta, dei pomodori pelati (se le va bene), pane raffermo e qualche pacco di biscotti. La carne? Non la mangia da mesi e il frigorifero retsta vuoto. Eppure a nessuno interessa, neanche al sindaco del suo piccolo paese alle pendici dell’Aspromonte, Cittanova. Come lei tanti altri, anche troppi

La povertà aumenta sempre di più e loro cosa pensano di fare? Aumentare le tasse. Bollette, pedaggi, trasporti, Rc Auto… Tutto questo nonostante i servizi non funzionino. Ne è un esempio la Messina – Palermo, la mulattiera delle autostrade. Il pedaggio costa dieci euro e dieci centesimi. Un po’ troppo per un’autostrada dissestata, piena di buche e trappole mortali. Quando piove si trasforma in un torrente in piena e il rischio per gli automobilisti è sempre dietro la curva. Ma come si può chiedere così tanto ai cittadini? Con quale barbaro coraggio? Non riesco a darmi una risposta. Lo stesso vale per i trasporti, soprattutto al Sud. Qui potremmo prendere come esempio la Calabria. I treni, quando va bene, sono quasi sempre in ritardo.

Lo Stato ci spreme proprio come gli agrumi che mettiamo ogni giorno nel sacchetto.

articolo di Michel Dessi da ilgiornale.it 

 

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