Corrompere l’arbitro non è reato, sentenzia il Tribunale penale di Milano in un’inchiesta che ipotizzava la promessa di una tangente dietro un arbitrato da 2 miliardi di euro: il rimbalzo di una modifica del 2006 al codice di procedura civile, combinata al decreto del 2014 sull’arbitrato forense, determina nella normativa anti-corruzione una paradossale area di impunità negli arbitrati. Cioè in quei giudizi di diritto o di equità, di solito per valori molto elevati, che due parti decidono di affidare ad uno o più arbitri, il cui conclusivo lodo arbitrale ha la stessa efficacia vincolante di una sentenza del giudice ordinario.

 

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dall'articolo di Luigi Ferrarella  per corriere.it 

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