I supremi giudici assolvono due militanti di CasaPound. Non tutti i saluti romani sono uguali. È reato quello che sottintende violenza, perché costituisce un attentato concreto all’ordine democratico. È consentito quello che ha intenti commemorativi dell’epoca fascista. Distinguerli sarà difficile e la decisione con cui la Cassazione ha ieri confermato l’assoluzione due esponenti di CasaPound, che avevano esibito braccio teso e mano dritta, apre altri possibili fronti di polemica politica in una campagna elettorale dove il ventennio mussoliniano è già un catalizzatore di scontri e tensioni. Segni e simboli dell’ideologia fascista in sé non sono vietati dalla legge, è il ragionamento dei supremi giudici.

Marco Clemente e Matteo Ardolino, membri di CasaPound, durante una manifestazione organizzata a Milano nel 2014 da Fratelli d’Italia, rispondendo alla «chiamata del presente», avevano fatto il saluto romano, trovandosi così imputati per «concorso in manifestazione fascista», reato previsto all’articolo 5 della legge Scelba.

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dall'articolo di Fulvio Fiano per corriere.it 

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