Sacerdote accusato di abusi lasciato a contatto con i bimbi. Il ruolo dell'arcivescovo Delpini: "Decisione che presi io". Fondi riservati della Curia milanese per azzittire le vittime dei preti pedofili. È questa la cruda realtà che emerge dal processo a don Mauro Galli, il sacerdote imputato di violenza sessuale ai danni di un giovane parrocchiano. Centocinquantamila euro di risarcimento sono stati versati alla vittima perché ritirasse la sua querela. Non certo da don Galli, che risulta nullatenente. A officiare l'accordo è stato Mario Zanchetti, difensore dell'Arcivescovado. Tra le clausole imposte alla famiglia: non rivelare la provenienza dei quattrini.

 

Ieri, nella nuova udienza del processo al prete, appare con chiarezza - nel racconto di altri due sacerdoti - il motivo che avrebbe spinto la Curia all'esborso. Sia don Alberto Rivolta che don Carlo Mantegazza, entrambi in servizio nella parrocchia di Rozzano dove si svolsero i fatti, hanno raccontato di avere informato immediatamente il vicario episcopale dell'epoca, ovvero l'attuale arcivescovo Mario Delpini. «Noi pensavamo che don Mauro andasse spostato a livello prudenziale non in un contesto di pastorale giovanile», ha raccontato il parroco, don Mantegazza: l'importante era tenere il prete lontano dai bambini. Invece don Galli venne trasferito a Legnano, proprio alla pastorale giovanile. A deciderlo, emerge dagli atti, fu Delpini: «Questa decisione l'ho presa io», ammette il prelato in una conversazione.

.....................

dall'articolo di