Il governo voleva riportare oltre 16mila richiedenti asilo in Africa, ma è stato raggiunto un compromesso «senza precedenti» con le Nazioni Unite: verranno portati nei Paesi che accetteranno di accoglierli. Via dal Paese entro tre mesi. L’alternativa è il carcere per un periodo di tempo indefinito. La decisione di Israele aveva suscitato critiche tra molti gruppi di attivisti e non solo.

Il governo aveva trovato la soluzione all’emergenza migranti provenienti dall’Africa — soprattutto Eritrea e Sudan — ed entrati illegalmente nel Paese. Riportarli indietro. Oltre 16mila richiedenti asilo erano quindi già pronti per essere deportati negli Stati africani sui quasi 40mila che avevano oltrepassato il confine. Ma il piano è stato abbandonato grazie a un accordo con l’Unhcr, l’agenzia dell’Onu che si occupa di rifugiati. Lo stesso ufficio di Netanyahu lo definisce un compromesso «senza precedenti». I migranti verranno distribuiti nei Paesi occidentali che decideranno di accoglierli. In cambio, Israele promette di regolarizzare quelli che rimarranno nel loro territorio.

articolo dar corriere.it

 
 

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