Quasi tutte le maggiori piattaforme che utilizziamo e le app che scarichiamo raccolgono dati su di noi. Dalla birra preferita fino all’attività fisica e al tipo di serie tv che guardiamo. Ma anche i posti visitati. Ognuno di noi ha un suo alter ego virtuale. Nel migliore dei casi è un numero di cui gli inserzionisti e le piattaforme conoscono età, sesso, preferenze commerciali, culturali, sessuali, abitudini, localizzazione e spostamenti. Scoprire come è fatto è abbastanza semplice.

 02042018 160944Spulciando gli archivi e le condizioni d’uso, per esempio, il profilo di chi scrive è molto dettagliato: tra i 24 e i 35 anni, donna, con centinaia e ben determinate preferenze, che ha visitato almeno 159 posti, che abita in uno e che lavora in un altro, che si sposta a piedi, che fa poco sport, che ama ascoltare questa determinata musica e vedere un certo tipo di serie tv a una certa ora.

Google, basta una email
Ti conosce meglio di una segretaria
Il viaggio inizia nell’archivio di Google. Chi usa una email di Gmail, il servizio di posta elettronica, ha inevitabilmente attivato un account che dà accesso a decine di altri servizi, dall’archivio di foto e documenti. Le informazioni sono nella pagina “Account personale” a cui si accede dai quadratini in alto a destra dello schermo. Nella parte sulla sicurezza scopro che Google conosce con quali dispositivi mi sono collegata all’account e quando: marchio, modello, quelli ancora associati. Il fine è aiutare l’utente a tenere sotto controllo gli accessi, scoprire e impedire movimenti non autorizzati.

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dall'articolo di   per ilfattoquotidiano.it

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