Siamo stati al campo Millénaire di Parigi qualche giorno prima dello sgombero e abbiamo assistito a non poche tensioni tra un comitato cittadino che aiuta i migranti e un’associazione finanziata dallo stato dal nome Utopia56. Koussay Maurades, che fa parte di questa squadra di volontari, è la persona che ha ricreato questa tendopoli dopo l’ultima volta che è stata smantellata. Qui vivevano circa 2400 migranti e, dopo l’ultima evacuazione, ne sarebbero rimasti meno di mille. “È da due giorni che non dormo per stare qui – ci racconta -. Prima abbiamo fatto la spesa grazie alle donazioni di alcuni amici e abbiamo portato vestiti e cibo. Loro invece (le persone che lavorano per Utopia56 ndr) è da un anno che non vengono qui, dentro al campo, a dare una mano. Se ne stanno solo lassù sul ponte a rilasciare interviste”.
Anche Anthony fa parte del comitato e, quando vede che sul ponte c’è di nuovo un membro di questa associazione che sta rilasciando delle interviste, si infuria. “Non è possibile. Continuano a venire qui a parlare con i giornalisti, ma in realtà non fanno nulla”. Sul ponte c’è Yann Manzi, cofondatore di Utopia56. Sta rilasciando delle dichiarazioni ad alcune testate francesi, tra cui Bmftv. Poco prima anche noi abbiamo provato a fargli qualche domanda, ma non è stato disposto a scendere lungo il canale per parlare. Voleva rimanere lì. “Certo, non vuole scendere perché ha paura. Se i migranti lo vedono con i giornalisti iniziano a inveire contro di lui perché qui non fa niente per loro”, ci racconta Anthony mentre inizia a camminare verso di lui.
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dall'articolo di Eugenia Fiore per occhidellaguerra.it