Il bacino è sotterraneo, a 1500 metri di profondità ed è esteso 20 chilometri quadrati. Un lago di acqua salata c’è davvero su Marte e la scoperta è frutto della tecnologia e della scienza di 22 ricercatori italiani, e soprattutto della loro determinazione a indagare uno dei misteri più intriganti del Pianeta Rosso. Il risultato pubblicato sulla rivista americana Science ha fatto subito il giro del mondo perché apre prospettive che cambieranno l’esplorazione e la ricerca della possibile vita.

Il bacino è sotterraneo, nascosto a 1.500 metri di profondità. Esteso venti chilometri quadrati, si trova nella regione Planum Australe, una pianura nelle vicinanze del Polo sud dove una candida calotta di ghiaccio di anidride carbonica luccica perennemente nei panorami rossi. La storia inizia nel 2003 quando la sonda dell’Esa europea MarsExpress parte per l’orbita marziana. L’agenzia spaziale Asi partecipa all’impresa mobilitando i nostri specialisti dell’Istituto nazionale di astrofisica, delle università La Sapienza, Roma Tre, D’Annunzio e del Cnr. Alla base c’era un’innovazione di cui era padre il professor Giovanni Picardi, illustre esperto di radar a La Sapienza. Lui proponeva la costruzione di un tipo di radar a bassa frequenza, battezzato Marsis, da imbarcare sulla sonda le cui onde sarebbero state capaci di penetrare nel sottosuolo marziano fino a quattro chilometri rivelandone struttura e natura. 

.........................

dall'articolo di Giovanni Caprara  per corriere.it 

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna