Sul greto c’è ancora una diga artificiale. È fatta dal cemento, dal calcestruzzo del pilone disintegrato, dai quei duecento metri d’asfalto crollati. A 48 ore dall’inferno, mentre si scava ancora alla ricerca dei dispersi, questa barriera sul torrente Polcevera rischia di diventare un problema. «Ora la priorità è cercare le eventuali persone che ancora sono sotto le macerie, ma subito dopo inizierà un’altra fase molto critica: quando dovremo rimuovere questa barriera artificiale che si è creata nel torrente Polcevera», dice Agostino Miozzo. Il direttore generale della Protezione civile sa che «rappresenta un pericolo concreto».

Per Genova, città dove solo le ultime due alluvioni, quelle del 2011 e 2014, hanno fatto 8 morti. La città dove, quando piove, non si può mai stare tranquilli. «I detriti vanno rimossi nei prossimi giorni, non nei prossimi mesi perché se dovessero arrivare delle precipitazioni importanti ci potrebbero essere dei rischi per la popolazione», dicono i soccorritori. Talvolta la fase più critica si è registrata nella seconda metà di settembre, è sufficiente per capire che bisogna fare molto in fretta.  

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dall'articolo di  MATTEO INDICE E DAVIDE LESSI per lastampa.it 

 

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