Uno studio italiano condotto sulla popolazione del Molise mostra che il regime alimentare scoperto da Ancel Keys negli anni '50 riduce del 25 per cento il rischio di mortalità negli over 65. ANCEL Keys, il biologo americano che scoprì la dieta mediterranea, è vissuto fino all'età di 100 anni. Già questo basterebbe forse per rimarcare l'impatto benefico sull'aspettativa di vita che diversi studi negli anni hanno associato a questo regime alimentare - a base di cereali, legumi, verdura, frutta, pasta, olio d'oliva, pesce, con ridotto consumo di carne e di formaggi - diffuso nelle regioni che si affacciano sul Mediterraneo. Ora però una nuova ricerca ci dice non solo che la dieta mediterranea è un elisir di lunga vita, ma che non si è mai troppo anziani per iniziarla.

 

Lo studio, condotto dal dipartimento di Epidemiologia e prevenzione dell'Istituto Neurologico Mediterraneo Pozzilli (Neuromed), è stato pubblicato sul British Journal of Nutrition ed è forte dei dati raccolti attraverso l'osservazione di 5mila soggetti d'età superiore ai 65 anni, seguiti per otto anni. È una parte del campione che ha partecipato al Moli-sani study, un ampio programma di ricerca iniziato nel 2005 per indagare i possibili fattori genetici e ambientali alla base di malattie cardiovascolari, cancro e patologie degenerative: lo studio ha riguardato 25mila cittadini del Molise, trasformando un'intera regione in un grande laboratorio. In aggiunta ai dati "molisani", il team del Neuromed ha passato in rassegna anche altri studi epidemiologici pubblicati in altri Paesi, per un totale di circa 12mila soggetti esaminati.

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