Clandestini Nave diciotti lapresseIl pm di Palermo indagò il ministro per sequestro aggravato. Il tribunale: "Il Viminale ha tutelato l'interesse nazionale". Il caso della nave Diciotti e quello che ha portato (in termini giudiziari) al ministro dell'Interno Matteo Salvini è fatto saputo e risaputo. L'inchiesta era partita con il pm di Agrigento, Luigi Patronaggio. Il leader della Lega era stato indagato per sequestro aggravato di persona, sequestro di persona, abuso d'ufficio e arresto illegale per non aver fatto scendere subito i migranti a bordo della nave Diciotti. Poi gli ultimi tre reati erano decaduti e restava solo il sequestro aggravato di persona. Gli atti erano così stati mandati a Palermo e poi sarebbe dovuto arrivare il giudizio definitivo del tribunale dei ministri. Ma all'improvviso è arrivato un colpo di scena: il pm Patronaggio e la procura di Agrigento non sono competenti per giudicareil caso perché la Diciotti è stata fermata quando l'imbarcazione era ancora in acque di competenza catanese.

Così la palla (giudiziaria) è passata da Palermo a Catania. Ma ora arriva il vero colpo di scena. Da chi? Dal tribunale dei ministri di Palermo. I giudici scagionano Matteo Salvini. "Nei primi giorni di intervento della nave Diciotti al largo di Lampedusa, per il salvataggio dei 190 migranti che si trovavano a bordo di un barcone proveniente dalla Libia, non sono emersi reati. Fu anzi difeso meritoriamente dalla Guardia costiera l'interesse nazionale", questo è il risultato dell'analisi che il tribunale dei ministri di Palermo ha consegnato nei giorni scorsi alla Procura dello stesso capoluogo siciliano perché trasmettesse gli atti alla corrispondente Procura di Catania. Nessun reato, quindi. Solo difesa dell'Italia.

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dall'articolo di    per ilgiornale.it 

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