Scoperto dagli investigatori fra le macerie, dimostra le cattive manutenzioni e sarà sottoposto a una super-perizia in Svizzera. Il reperto numero 132 , sotto sequestro dentro un hangar e in partenza per Zurigo dove sarà sottoposto a una super-perizia, non è un detrito qualunque. Ma con ogni probabilità la principale prova sulle cause del crollo del Ponte Morandi, che alla vigilia di Ferragosto ha provocato la morte di 43 persone. Agli occhi degli investigatori dimostra non solo che il cedimento è avvenuto per una rottura degli «stralli» (nome tecnico dei tiranti, anima in acciaio e guaina in calcestruzzo); ma che quella lesione è stata determinata da una grave corrosione, a sua volta collegata a manutenzioni carenti. 

 

La svolta è arrivata nel corso dell’incidente probatorio e, in base ai primi accertamenti, il tirante si è letteralmente «strappato» dalla sommità del sostegno, provocando il collasso dell’intera struttura. All’interno è stato scoperto, appunto, «un avanzato stato di corrosione» dei cavi, messo nero su bianco in una relazione per i pubblici ministeri Walter Cotugno e Massimo Terrile, titolari dell’inchiesta sul massacro.  

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dall'articolo di TOMMASO FREGATTI, MATTEO INDICE per lastampa.it 

 

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