Bloomberg se ne frega delle “sollecitazioni” che arrivano dal Ceo di Amazon web services e da Jeff Bezos in persona personalmente (come direbbe il buon Catarella nel sequel del Commissario Montalbano). A nessuno, dall’editore all’ultimo giornalista, passa per la mente di accogliere le insistenti richieste di smentire la notizia dei microprocessori spia di fabbricazione cinese.

 

Non solo. La redazione di Bloomberg, non contenta, adesso tira fuori un’altra storia da far rizzare i capelli. Tenetevi forte perché tutti noi corriamo il rischio di essere tracciati anche dalle “app” che abbiamo disinstallato.

Dopo aver gettato nel panico gli utenti di Apple e di Amazon, ecco il terrore serpeggiare tra tutti i possessori di tablet e smartphone. La paura cresce di intensità man mano che emergono i flebili ricordi del download e della successiva installazione delle più accattivanti “app” sul proprio dispositivo mobile. In un istante riappare nitida la sequenza delle operazioni compiute, dalla scelta dell’applicazione momentaneamente di interesse fino alla sua eliminazione.

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