Il governo, a sei mesi dall'insediamento, affida a Vito Crimi la delega per le aree del sisma. Ma intanto dal capoluogo abruzzese arrivano dati preoccupanti sulle opere pubbliche. Ma ora rallentano anche i privati. Da un mese, per esempio, non c'è il dirigente che dà l'ok ai finanziamenti e così si accumula un arretrato di 400 pratiche. Gli architetti in stato di agitazione, gli edili in allarme.

Il responsabile dell'Ufficio: "Fisiologico che ci sia un rallentamento nell'autorizzazione di spesa, ma l'attività non si ferma".

Più che una delega, una missione contro il tempo. Dopo sei mesi, il governo ha nominato Vito Crimi sottosegretario alla ricostruzione delle aree sismiche. La notizia arriva dopo decine di appelli e sollecitazioni di sindaci, sindacati e associazioni di categoria proprio dall’Aquila dove – a quasi dieci anni dal sisma – la ricostruzione pubblica è al palo e la sua sconfitta sotto gli occhi di tutti. Tanto che, ai ritmi attuali, potrebbero servire dieci e più anni per chiudere i cantieri, ben oltre le promesse dei governi che si sono susseguiti dal 6 aprile 2009, il giorno in cui la terra prese a tremare mietendo 309 vittime

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