deutsche bank436La surreale vicenda che sta circondando il caso del deficit francese dopo l’annuncio televisivo di Emmanuel Macron di nuove misure, in larga parte cosmetiche, destinate a venire incontro alle rivendicazioni dei gilet gialli la dice lunga sul caso dell’ipocrisia regnante nei palazzi dell’Unione europea. Ipocrisia che non solo si accompagna all’assenza di qualunque tentativo di correzione dei limiti intrinseci del costrutto comunitario, ma rappresenta un fattore di distanziamento di Bruxelles dalle istanze di centinaia di milioni di abitanti del continente.

 

Il  ministro per i Conti pubblici Gèrald Darmanin ha precisato che il deficit di Parigi toccherà la quota del 3,4% del Pil, sfondando il tetto dei parametri di Maastricht. Da Bruxelles hanno ostentato tranquillità. “Bisogna tenere a mente che nel caso dell’Italia abbiamo un documento programmatico di bilancio, mentre in quello della Francia abbiamo un discorso. E che cosa possiamo fare davanti ad un discorso?”, hanno fatto trapelare fonti comunitarie citate dall’Huffington Post, che poi fa il paragone con le dichiarazioni irritate e minacciose dei commissari Moscovici e Dombrovskis dopo l’annuncio del governo italiano di voler portare il deficit al 2,4% del Pil, esplicitato il 27 settembre scorso.

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Ma non c’è solo il nodo del deficit italiano. Il nuovo fronte riguarda le banche tedesche. Nella giornata del 10 dicembre le azioni di Deutsche Bank, colosso in pieno affanno, hanno chiuso a  7,52 euro per azione con una capitalizzazione di borsa di circa 15,5 miliardi di euro (a fronte di oltre 1500 miliardi di asset).

Deutsche Bank, che affonda sotto i colpi di una gestione scriteriata e di un fardello di decine di trilioni di derivati, molti dei quali tossici, è ora monitorata con interesse dal governo tedesco, che ha allo studio una sua fusione con un altro colosso creditizio, Commerzbank.

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dall'articolo di   per  occhidellaguerra.it 

 

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