L'imprenditore, a guida di un'associazione che raggruppa 34mila Pmi, oggi al tavolo del Mise: "È preparato, non risponde da politico". "Di Maio mi ha veramente sorpreso, la sensazione è che sia cambiata l'aria. Preparazione e risposte dirette, mai da politico". Paolo Agnelli guida Confimi, che è come dire che rappresenta 34 mila imprese della Pmi, per 440 mila dipendenti con un fatturato aggregato di 71 miliardi di euro, il valore di due leggi di bilancio.

All'assemblea generale dell'associazione, un mesetto fa, Matteo Salvini promise di valutare seriamente la loro proprosta di creare un dicastero dedicato al settore. Con il leader della Lega il rapporto è annodato, domenica anche Agnelli ha varcato le porte del Viminale insieme alle imprese invitate dal ministro dell'Interno. Oggi ha incontrato il capo politico del Movimento 5 stelle.

Che impressione ha avuto?
Il ministro ha riaperto il tavolo permanente con le Pmi, rispolverando lo smart business act, approvato nel 2011 e poi messo in soffitta, non applicato mai da nessuno. Da tempo lo chiedevamo, e questo solo fatto merita attenzione, la sensazione è che sia cambiata l'aria".

Ha riscontrato differenze d'approccio tra i due vicepremier?
Sono due tipi umani differenti, si sa. Ma tutti e due mi sono sembrati attenti e dialoganti. Mi sembra sia in atto un proficuo recupero del rapporto con i corpi intermedi, che hanno contezza di dinamiche dell'economia reale che spesso la politica non conosce.

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dall'articolo di Pietro Salvatori per huffingtonpost.it 

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