Il tema della vigilanza bancaria è fondamentale per determinare gli equilibri economici all’interno dell’Unione europea. Ogni anno, gli “stress test” a cui vengono sottoposte le banche dell’Eurozona rappresentano una tappa fondamentale, temuta da ogni istituto visto il rischio che la vigilanza comunitaria, oggi guidata da Danièle Nouy, opti per la richiesta di misure di aggiustamento strutturale dei bilanci delle banche.

 

Come fa notare StartMag“dei tre pilastri che costituiscono l’Unione Bancaria (supervisione bancaria, risoluzione delle crisi e garanzia dei depositi), la supervisione unica è l’unico che può dirsi completato. L’organismo unico per la risoluzione delle crisi bancaria (Single Resolution Board) è costituito e funzionante ma dispone di risorse limitate; il terzo pilastro, la condivisione dei rischi, è tuttora in alto mare, perso nelle nebbie della diffidenza tedesca che vede come il fumo negli occhi la condivisione dei rischi delle banche italiane con quelle tedesche”. Invero, dovrebbe essere l’opposto: per anni la vigilanza bancaria ha martellato con decisione le banche italiane per la cospicua presenza di crediti deteriorati nei loro bilanci, ignorando le problematiche strutturali di istituti come Deutsche Bank, sommersi da una marea di derivati tossici e estremamente sottocapitalizzati (il titolo del colosso di Francoforte ha polverizzato il 94% del suo valore nell’ultimo decennio).

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dall'articolo di Andrea Muratore per gliocchidellaguerra.it

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