Dopo l'euforia, il comitato direttivo pentastellato ha chiesto a 10 deputati il motivo della loro assenza al voto sulla manovra. Alle 16.30, la maggioranza M5s-Lega ha incassato il voto finale della Camera alla manovra ed è scoppiata la festa tra i banchi del governo in Aula.

Per l'ok definitivo è arrivato il premier Giuseppe Conte. Presenti il vicepremier Luigi Di Maio, il Guardasigilli Andrea Buonafede, il ministro dei Rapporti col Parlamento Riccardo Fraccaro, Giancarlo Giorgetti, numero due della lega, mancava solo il numero uno, Matteo Salvini. C'era il ministro dell'Economia Giovanni Tria, naturalmente. Tutti esultano, strette di mano, grandi sorrisi, pacche sulla spalla.

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Dopo l'euforia, il M5s fa partire subito la caccia ai dissidenti però. Infatti, il Movimento 5 Stelle ha chiesto a 10 deputati di spiegare il motivo della loro assenza alla Camera al momento del voto sulla manovra. "La votazione finale della Legge di Bilancio per il 2019", si legge in una nota del direttivo del gruppo M5s alla Camera, "è un provvedimento cruciale e di fondamentale importanza.

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