pensionati in fugaTassazione super agevolata con aliquota ridotta al 7% per cinque anni per i pensionati residenti all’estero che si trasferiscono “in un comune con meno di 20.000 abitanti situato nelle regioni Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia”. La “flat tax”, introdotta con legge di bilancio 2019, è rivolta dunque sia ai pensionati stranieri sia a quelli italiani che, sempre più numerosi negli ultimi anni, abbiano deciso di trasferire la residenza fiscale all’estero per beneficiare di una tassazione agevolata. Basti pensare al Portogallo, che offre a coloro che si sono congedati dall’attività lavorativa un trattamento fiscale superfavorevole addirittura nullo per i primi dieci anni.

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Collegata alla questione dell’attrattività, c’è quella della sanità. “A differenza di quanto accade in molti paesi esteri – osserva Brambilla – il Servizio sanitario italiano è universalistico e di alta qualità. Per questa ragione, spesso gli italiani che sono andati all’estero scelgono di rientrare per motivi legati alla cura della salute. Purtroppo le regioni meridionali, che pure presentano una spesa pro-capite molto vicina ai 1.870 euro della media nazionale, spesso offrono servizi sanitari di qualità inferiore. Ecco perché, se vogliamo rendere la nostra sanità un elemento attrattivo, è necessario che le cure e le prestazioni offerte siano all’altezza”. Da qui, a detta di Brambilla, l’importanza di richiedere il rispetto di requisiti sanitari specifici per quei comuni che intendano beneficiare della flat tax rivolta ai pensionati. Ma, come visto, il provvedimento in manovra non fa distinzioni a riguardo.

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Più in generale, l’agevolazione fiscale prevista dalla legge di bilancio è stata da taluni considerata iniqua. Per esempio, laddove premia chi dall’estero si trasferisce al Sud, compresi quindi gli italiani già fuggiti oltre confine per beneficiare di un’aliquota ridotta se non addirittura nulla, a scapito di chi ha mantenuto la residenza nel nostro paese continuando a pagare le tasse qui. Ragiona Brambilla: “È un’ingiustizia? Sì, forse anche, ma si tratta pur sempre di un metodo. Noi preferiamo che i circa 80.000 pensionati italiani che hanno trasferito la residenza all’estero per motivi fiscali restino lì o tornino qui? E vogliamo o no che gli stranieri vengano da noi per contribuire allo sviluppo del Sud?”. Se le risposte a questi interrogativi sono affermative, a detta di Brambilla, bisogna proseguire sulla strada della flat tax per i pensionati. Ma cambiando l’attuale norma per renderla veramente vantaggiosa, per chi ne beneficia e, soprattutto, per l’Italia.

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dall'articolo di Carlotta Scozzari  per it.businessinsider.com

Commenti   

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