Il marito l’attendeva a casa per cena, ma lei, capo ispettore della polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Monza, a casa per cena non è mai arrivata. Il suo corpo l’hanno ritrovato all’interno della sua macchina, nella zona industriale della città lombarda.

Suicidio hanno stabilito i carabinieri. La donna, che aveva 41 anni e un figlio di 10, si è sparata con la pistola d’ordinanza. Il male di vivere sentenzierà qualche psicologo. Altri frugheranno nella vita familiare, alla ricerca di un disagio oppure di una malattia.

La realtà è che negli ultimi tre anni si sono suicidati 40 poliziotti e dal 2000 siamo a quota 100. Se si aggiungono gli esponenti delle altre forze dell’ordine, i numeri diventano ancora più impressionanti, al punto da suscitare un vero e proprio allarme. Maria Grazia Santucci, criminologa esperta in psicologia dell’emergenza, chiamata a commentare il suicidio di un carabiniere che mesi fa si sparò mentre era in servizio nel tribunale di Napoli, non ha manifestato dubbi sulle ragioni del fenomeno che sembra aver colpito decine di uomini in divisa.

Le forze dell’ordine vivono situazioni al limite. «Stanno male, ma non possono dirlo a nessuno e se si mostrano depressi vengono allontanati dal lavoro e messi a riposo. Sono persone a rischio perché fanno un lavoro a rischio. Sono sottoposti a stress continuo, perché incontrano persone in momenti tragici». 

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dall'editoriale del direttore di Panorama, Maurizio Belpietro

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