Europa franco tedescaIl Trattato di Aquisgrana con cui Francia e Germania hanno rafforzato ancora di più la loro cooperazione ha suscitato non poche polemiche. Non solo per la (presunta) debolezza politica dei due leader che l'hanno sottoscritto, Emmanuel Macron e Angela Merkel, ma anche perché considerato l'ennesimo tentativo dei due più grandi Paesi fondatori di egemonizzare l'Unione Europea.

 

In realtà, il Trattato, di per sé, non rappresenta nulla di nuovo. Prima di tutto è un'integrazione del precedente Trattato dell'Eliseo del 1963. E poi Francia e Germania sono sempre state il motore dell'Europa. Il progetto europeo nasce dalla riconciliazione franco-tedesca (Dichiarazione Schuman) con cui Berlino e Parigi condivisero la produzione di carbone e acciaio, ovvero ciò su cui i due grandi paesi europei si facevano la guerra da circa un secolo. Interessi politici mascherati da interessi economici.

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Eppure in questo equilibrio europeo, diversamente da quanto possa sembrare a un'analisi superficiale, c'è posto anche per l'Italia. Anzi, c'è stato per lungo tempo, almeno fino alla metà degli anni Novanta. In un'intervista sempre del 2015 (Il Mulino, 3/15, n. 479), l'ex Ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer ricordava come il problema dell'Europa non fosse lo strapotere di Francia e Germania, quanto, piuttosto, l'irrilevanza dell'Italia, che negli ultimi due decenni ha perso peso politico e non svolge il ruolo di equilibratore rispetto all'asse franco-tedesco (non di rado conflittuale).

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dall'articolo di Ubaldo Villani-Lubelli per blog di huffingtonpost.it 

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