stop alle centrali a carbonePrevisto lo stanziamento di 40 miliardi di euro per ricollocare i circa 20mila lavoratori del comparto in altri settori, in primis nelle rinnovabili. Una mossa pensata anche per recuperare consenso elettorale.  Il quarto e ultimo governo guidato da Angela Merkel, in coalizione con i socialisti dell’SPD, si è assunto la storica responsabilità di pianificare l’uscita della Germania dall’era del carbone. In una giornata che rimarrà a lungo nella storia tedesca ed europea,

sabato scorso una Commissione di 28 esperti ha definito la data ultima di utilizzo del carbone come materia prima per la produzione di energia elettrica. Una risoluzione che ha forti ricadute, ben al di là della lotta al cambiamento climatico e le cui conseguenze sono tutt’altro che relegate al futuro di Berlino.

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La politica adottata, nonostante l’inevitabile ricaduta sui costi dell’elettricità per i consumatori, gode di un largo supporto da parte della popolazione. Circa tre quarti degli intervistati dalla ZDF, televisione pubblica con sede a Mainz, si dice a favore di un’uscita veloce del paese dalla dipendenza dal carbone. Ecco, in parte, il perché il provvedimento sia arrivato alla sua adozione, nonostante l’opposizione esplicita della lobby del carbone.

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dall'articolo  di Francesco Sassi  per IlFattoQuotidiano.it 

 

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