vlora nave albanesiNel 1991 la vicenda della Vlora e dei 20mila profughi rinchiusi allo stadio di Bari. Ma nessuno processò il Governo di allora. Nessuno lo ricorda più, ma bastano le collezioni dei giornali dell’epoca a rinfrescare la memoria. Accadde all’inizio di agosto del 1991, quando a Palazzo Chigi c’era ancora Giulio Andreotti. Al suo fianco, come vicepremier, sedeva Claudio Martelli, il braccio destro di Bettino Craxi, mentre alla guida del ministero dell’Interno provvedeva Vincenzo Scotti, un democristiano di lungo corso che è ancora sulla breccia, anche se non più in politica. Degli Esteri si occupava Gianni De Michelis e l’Immigrazione invece era presidiata da Margherita Boniver, un’altra craxiana di ferro.

L’Unione Sovietica era crollata da un paio di anni, un collasso che aveva travolto tutti i regimi comunisti dell’Europa dell’Est. Tutti, tranne uno: quello instaurato da Enver Hoxha a Tirana. Nonostante la sua morte, avvenuta nel 1985, il Partito del Lavoro da lui fondato continuava a tenere in scacco il Paese con il pugno di ferro. Ma all’inizio del 1991 cominciarono i primi segni di cedimento: la crisi economica aveva fiaccato la lunga dittatura comunista. L’Albania, che per anni era stata isolata dal resto del mondo e dalla quale fuggire era impossibile, stava implodendo e gli albanesi scappavano, alcuni per fame, altri inseguendo la libertà. La meta più desiderata era l’Italia e il 7 agosto una folla di migliaia di persone disperate prese d’assalto un bastimento appena giunto da Cuba con un carico di zucchero: il Vlora. In poco tempo la nave, che era attraccata a Durazzo, fu svuotata delle casse giunte dall’Avana e più di 20 mila persone salirono a bordo, costringendo il comandante, Halim Milaqi, a salpare per l’Italia. Il mercantile fece rotta verso Brindisi, ma una volta giunto in prossimità del porto fu costretto a dirigersi altrove, perché la prefettura negò l’attracco. Il Vlora allora puntò verso Bari, dove le autorità, una volta avvisate, disposero delle pilotine all’ingresso del porto per bloccare la nave e rispedirla a Durazzo.

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dall'articolo di Maurizio Belpietro per Panorama.it 

 

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