Emotional cleansingEmozioni e relazioni importanti: dopo i trenta è tempo di liberarsi dal caos emotivo che abbiamo accumulato nel corso degli anni. Ne abbiamo parlato con Francesco Comelli, medico psichiatra e psicanalista. C'è chi non vuole sentirne parlare, e chi in analisi va già da tempo. Sicuramente, nel corso dell’esistenza, si accumulano emozioni e relazioni importanti, d’amicizia e d’amore, che si vanno a mischiare con i rapporti familiari che hanno avuto un ruolo fondamentale nel dare forma alla personalità di ognuno.

Molti però, invece di affrontare le situazioni ed i sentimenti più difficili da interpretare tendono a nasconderli. In questo modo, però, superati i trent’anni ci si trova ad avere un grosso bagaglio di esperienze, spesso difficili da riordinare o da superare, che vengono costrette in una zona buia della mente nel tentativo di dimenticarle. Francesco Comelli, medico psichiatra e psicanalista, ha redatto per noi i 10 motivi per i quali, dopo i trenta, un check-up psicologico può essere indispensabile per sentirsi più leggeri e per liberarsi dalle zavorre del passato.

1 - Per non diventare naufraghi emotivi

"Molti trentenni vengono da famiglie disfunzionali, formate da persone che restano insieme per convenzione sociale, ma che non sono felici. Questi giovani non hanno quindi ricevuto un supporto emotivo stabile e si trovano a metà tra il sentirsi abbandonati a livello relazionale e la digitalizzazione, che fornisce gratificazioni rapide ma non efficaci. La fiducia nei grandi contenuti emozionali diffusi dai media durante la loro infanzia è stata disattesa: i valori che erano alla base della società quando i trentenni erano bambini si sono dimostrati irrealizzabili, quindi il trentenne si trova in un mondo semplice da interpretare, ma dai valori svuotati".

2 - Per capire come gestire gli investimenti affettivi

"Quella dei trentenni è una generazione viziata dal punto di vista materiale, ma 'scaricata' dal punto di vista affettivo, con genitori che non hanno saputo essere delle guide solide in grado al tempo stesso di proteggere il bambino. Di conseguenza l’investimento affettivo da parte di alcuni si è rivelato scarso sulla famiglia: in certi casi i figli di genitori troppo acerbi sono diventati dei cosiddetti salvagenti, ovvero coinvolti in un legame troppo stretto – e non corretto dal punto di vista educativo - dal genitore rimasto loro accanto. Questo ha radicato nei trentenni un costante senso di insicurezza emotiva".

3 - Per non sentirsi spiazzati al lavoro

"Quella dei trentenni è una generazione cresciuta con la speranza di poter fare tutto, che si è scontrata con una mancanza di futuro e un evidente sfruttamento lavorativo. Fare un lavoro che non piace, adattarsi a condizioni non desiderate e non potersi esprimere culturalmente diventano tutte condizioni che frustrano la capacità di comunicazione della persona, non solo a livello lavorativo, ma anche a livello emotivo e relazionale".
 
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dall'articolo/intervista di 
 

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