politecnicoViaggio in una multinazionale di sviluppo informatico: ‘Abbiamo costantemente 40-50 posizioni aperte’. Il prof: ‘Formare 5mila persone in più è priorità? Bisogna mettere 50 milioni, non abolire numero chiuso’. “L’ingegnere informatico è merce rara – spiega il direttore risorse umane della sede italiana di una multinazionale – e per ogni neolaureato, in media, ci sono almeno tre aziende pronte ad accaparrarselo. Noi siamo in contatto con le maggiori università italiane, come il Politecnico di Milano, quello di Torino e l’Università di Salerno. Ma il problema rimane”.

Il rettore del Politecnico di Milano, Ferruccio Resta ha le idee molto chiare: “Uno studente costa, mediamente, 10mila euro. Se, per esempio, vogliamo aumentare gli iscritti di 5mila unità, bisognerà investire 50 milioni di euro. È un discorso di priorità”. 

“Abbiamo costantemente 40-50 posizioni aperte. Cerchiamo soprattutto ingegneri, ma non li troviamo”. A dirlo è il direttore Risorse umane di GFT Italia, Fabio Bertolini. GFT è una multinazionale tedesca che si occupa di sviluppare sistemi informatici e ha, come propri clienti, banche e assicurazioni. In Italia conta 700 dipendenti e otto sedi, sparse nel Centro-Nord. “L’ingegnere informatico è merce rara – continua Bertolini – per ogni neolaureato, in media, ci sono almeno tre aziende pronte ad accaparrarselo. Noi siamo in contatto con le maggiori università italiane, come il Politecnico di Milano, quello di Torino e l’Università di Salerno. Ma il problema rimane”.

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dall'articolo  di Alberto Marzocchi  per IlFattoQuotidiano.it 

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