Lavori TAVIl vicepremier convinto da un sondaggio tra i suoi elettori: il 70% è per l’Alta Velocità. Sorpresa. La stragrande maggioranza degli elettori grillini è favorevole all’opera ferroviaria ed esorta il vicepremier ad abbattere uno dei totem del Movimento. Basta con le analisi costi-benefici, i vertici inconcludenti, le mozioni parlamentari, i contorcimenti lessicali. Soprattutto basta con i rinvii. I numeri dello studio commissionato da Di Maio per sondare l’umore del popolo cinquestelle non lasciano spazio a interpretazioni: il 70% dice «sì» alla Tav.

E se il capo di M5S voleva usare il report come un referendum, il risultato dev’essergli parso un plebiscito.

L’esito del sondaggio peraltro lo conforta, nel senso che rafforza la sua idea di imprimere una «svolta» all’azione politica e di governo del Movimento. In fondo il cambiamento non è che un ritorno al passato, alla linea adottata l’anno scorso in campagna elettorale: è un profilo che era stato accantonato dopo il voto con la scomposta richiesta di impeachment per Mattarella, è una strada che era stata abbandonata rincorrendo Di Battista e i gilet gialli. Finito in un vicolo cieco, Di Maio si è convinto a tornare indietro per reimpostare il rapporto con il mondo delle imprese, per riallacciare il filo delle relazioni con il Vaticano, per ricalibrare le scelte di natura internazionale.

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dall'articolo di Francesco Verderami per Corriere.it 

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