Dopo gli accordi con Spagna e Grecia, iniziati i respingimenti alla frontiera. Negoziati con l'Italia, ma Salvini non cede. Facciamo un passo indietro. Anzi due. Torniamo a metà dicembre del 2018. Mentre in Italia (e altrove) forze politiche sovraniste si interrogavano sull'opportunità o meno di firmare il "Global compact", Angela Merkel volava a Marrakech per sostenere il patto internazionale sulle migrazioni. Nel suo applaudito intervento definì gli immigrati portatori di "prosperità" (quando legali) e si fece sponsor di un accordo Onu piuttosto chiacchierato.
Ma a parte le lodevoli dichiarazioni, come si è comportata nei fatti la Germania? Ha tirato dritto sull'apertura delle frontiere? Si è mantenuta salda ai suoi principi? Macché.
Tra il dire e il fare, spesso, in politica, più che il semplice "mare" c'è un vero e proprio oceano di contraddizioni. Come nel caso della Merkel. Dopo aver predicato accoglienza, le tensioni interne hanno infatti costretto Angela alle dimissioni dalla guida del partito e alla rinuncia alla (prossima) Cancelleria. Tra le mille cause della fine del suo impero c'è anche la crisi migratoria, inutile negarlo.
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dall'articolo di Giuseppe De Lorenzo per IlGiornale.it