Consiglio di Stato, gli interrogatori segreti. Tra gli indagati spuntano Zingaretti e Berlusconi. Il neosegretario del Pd, iscritto per finanziamento illecito, è tirato in ballo dall'avvocato Calafiore. Accuse anche a Berlusconi: «Ha promesso 230 mila euro al giudice Giovagnoli per la sentenza su Mediolanum». Amara: «Così i legali formano "squadre" per condizionare i giudici. Anche all’Antitrust e all’Anac». Ci sono due avvocati siciliani, Piero Amara e Giuseppe Calafiore, che da mesi stanno facendo tremare magistrati, politici e giudici del Consiglio di Stato.
Arrestati nel febbraio del 2018 per corruzione in atti giudiziari, un mese fa hanno patteggiato 3 e 2,9 anni a testa. Ma le loro dichiarazioni continuano a fare da carburante alle indagini delle procure di Roma e di Messina, tanto che sono stati iscritti nel registro degli indagati anche Silvio Berlusconi e – scopre ora l'Espresso – il neo segretario del Pd Nicola Zingaretti.
Gli interrogatori depositati in sede di patteggiamento, riscontrati poi da magistrati e Guardia di Finanza con intercettazioni telefoniche e analisi dei flussi finanziari, hanno fatto scattare nelle ultime settimane le manette per pezzi da novanta del mondo imprenditoriale (qualche giorno fa il re del facility management Ezio Bigotti è finito ai domiciliari, e in un altro filone d'indagine – quello sull'Eni, di cui Amara è stato legale per anni - è stato arrestato l'ex tecnico petrolifero Massimo Gaboardi) e della magistratura ordinaria e amministrativa.
Il pm Giancarlo Longo ha patteggiato 5 anni di carcere e si è dimesso dalla magistratura. Il consigliere di Stato Nicola Russo è ancora agli arresti, insieme all'ex presidente del Consiglio di giustizia amministrativa per la Sicilia Raffaele Maria De Lipsis. Mentre il presidente di sezione del Cds Riccardo Virgilio è indagato a piede libero, anche lui sospettato di corruzione in atti giudiziari.
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dall'articolo di EMILIANO FITTIPALDI per Espresso.Repubblica.it
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