Di Vito arrestato stadio LaStampa"Per noi è una botta pazzesca". Le parole "arresto" e "tangenti" piombano sul Campidoglio come un fulmine a ciel sereno. Alle sette del mattino il presidente dell'Assemblea Marcello De Vito, il numero due di palazzo Senatorio, viene arrestato per corruzione nell'ambito di un'inchiesta che coinvolge anche il nuovo stadio della Roma, accusato di essere "a disposizione del gruppo Parnasi". Nessuno tra i consiglieri e i parlamentari ci può credere. I cellulari impazziscono. Fin dall'alba la war room di Luigi Di Maio tiene un filo diretto con il Campidoglio. I contatti con il mondo esterno per qualche decina di minuti vengono interrotti. È la prima volta che il Movimento 5 Stelle fa i conti con una bomba giudiziaria di tale portata.

Passano poche ore. Sono in corso le perquisizioni nell'abitazione di De Vito, nei sui uffici in Campidoglio, in quelli di Acea, Italpol e della SIlvano Toti Holding Spa.Tra i 5 stelle non si può che prendere atto che qualcosa di grosso, molto grosso stia succedendo. Ed ecco "la botta pazzesca", così definita da un parlamentare di primo piano, talmente trafelato che dà come l'impressione di averla subita fisicamente. Nessuno lo nega. Primo lo shock, poi la reazione. Luigi Di Maio corre ai ripari: "Mi assumo io la responsabilità, De Vito è fuori dal Movimento".

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dall'articolo di  Gabriella Cerami e Pietro Salvatori per HuffingtonPost.it 

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