scandalo mose veneziaViolata dai ladri, accessibile a chiunque, immersa in un parco incolto, Villa Rodella è in uno stato pietoso. Nell’ottobre del 2015 l’ex governatore cedette alla confisca per pagare parte dei debiti con la giustizia. La villa dell’ultimo Doge, diventata per Giancarlo Galan la moneta di scambio con lo Stato per poter patteggiare una pena di due anni e dieci mesi di reclusione, è in uno stato pietoso. È abbandonata, incustodita con le statue e le suppellettili divelte. Un bilancio disastroso a quasi cinque anni dallo scandalo Mose.

Il degrado dell’edificio è documentato dalle fotografie e dai video degli interni. Accedere è facile. Nel parco ci sono punti in cui la recinzione è divelta. Le imposte sono chiuse, ma sul retro è spalancata una porta. E nessuno ha provveduto a ripararla. 

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Immondizie, libri, oggetti rimasti dopo il trasloco avvenuto nell’ottobre 2015.Eppure è una autentica villa veneta, con una decina di bagni, saloni, appartamenti di servizio, cantine, cucine e dispense. Soltanto chi guadagnava soldi a palate poteva permettersi una magione del genere, all’altezza delle dimore dei patrizi veneziani della Serenissima Repubblica. Non solo per il prezzo d’acquisto, ma per il restauro e la manutenzione. Ai tempi in cui Galan regnava sul Veneto (è stato eletto governatore per tre legislature dal 1995 al 2010, prima di diventare ministro), qui si tennero feste memorabili, conSilvio Berlusconi che arrivava in elicottero e la quintessenza del potere politico ed economico della regione che si radunava attorno ai tavoli imbanditi in giardino. Tutti ad omaggiare il presidente che dopo qualche anno, quando venne arrestato per lo scandalo Mose, finì agli arresti domiciliari proprio qui.

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dall'articolo di  Giuseppe Pietrobelli per IlFattoQuotidiano.it 

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