Secondo l'agenzia Ansa, l’ipotesi al vaglio degli inquirenti è che la sostanza inalata dall'uomo possa essere un prodotto idoneo alla preparazione di un attacco chimico. Fino a questo momento, però, gli uomini dell'intelligence smentiscono

Sembrava un normalissimo caso di intossicazione accidentale, ma con il passare delle ore rischia di diventare qualcosa di più. Molto di più. Da 20 giorni un uomo, un magrebino, si trova infatti ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Niguarda di Milano. Il problema è che ad intossicarlo sarebbe stata una sostanza di cui è vietata la vendita: un particolare che innalzato il livello d’allerta tra gli investigatori del capoluogo lombardo. Secondo l’agenzia Ansa, l’ipotesi al vaglio degli inquirenti è che la sostanza inalata dall’uomo possa essere un prodotto idoneo alla preparazione di un attacco chimico.

Fino a questo momento, però, gli uomini dell’intelligence antiterrorismo smentiscono l’esistenza di qualsiasi collegamento tra il caso dell’uomo intossicato e le indagini in corso su possibili reti jihadiste operative in Italia, in Lombardia, e in particolare nella zona di Milano.

È un fatto, però, che in queste ore le operazioni sul fronte antiterrorismo nell’hinterland milanese hanno subito una repentina accelerazione. Gli investigatori hanno concentrato i loro sospetti su due magrebini. Riserbo assoluto tra gli inquirenti, anche se da alcuni ambienti investigativi trapela comunque un’ipotesi: i piani di attentato di uno o più estremisti potrebbero subire un’accelerazione dopo la morte di Anis Amri, il responsabile della strage di Berlino, ucciso in un conflitto a fuoco con la polizia il 23 dicembre scorso, a Sesto S.Giovanni.

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