Legge non uguale togheMico Farinella era al carcere a vita per tre condanne. Sfruttato un cavillo. Tecnicismi e politica giudiziaria. Le infinite tonalità suggerite dai codici. Risultato: sul pallottoliere della giustizia un boss mafioso pesca le forbici per tagliare quel che recidere non si può: l'ergastolo. Ed esce dal carcere nonostante il ricorso della Procura generale di Palermo. Storia intricata ma soluzione semplice quella adottata per Mico Farinella, condannato per omicidio ed estorsioni, mai un cenno di collaborazione con i magistrati.

Farinella era in cella dal 1994, un quarto di secolo, non poco di questi tempi confusi e pasticciati, ma la fine della pena era fuori dal suo orizzonte. Il carcere a vita se l'era guadagnato con la somma di tre condanne pesantissime, rispettivamente a 12, 26 e 30 anni di galera. E qui tocca spiegare gli equilibri previsti dal legislatore. Nel nostro sistema la somma non fa il totale che non può superare la barriera dei trent'anni di pena. A meno che naturalmente non si finisca direttamente nell'imbuto dell'ergastolo e in questo caso tutto il castello dei ragionamenti crolla.

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dall'articolo di  per IlGiornale.it 

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