Danimarca messo al rogo il CoranoIl “right wing populism”, la dottrina populista tendente a destra, ma in senso identitario e sovranista, sta attecchendo pure in nord Europa. Il dato può stupire, perché quelle parti di mondo sono spesso state associate al buon funzionamento, per non dire ottimo, del modello socio-economico liberal progressista.  Quello che sta accadendo in Svezia, con i sovranisti che hanno raggiunto il 17% dei consensi, è orientativo, ma è solo il principio, un avvertimento, di un possibile temporale.

 In Danimarca la situazione sembra poter portare a un’alluvione. E questo perché facendo una semplice operazione, cioè sommando le percentuali elettorali dei tre partiti di destra, di ultra-destra o no che siano, che stiamo per elencare si arriva al 30% del totale espresso in potenza dalle urne. L’obiettivo dichiarato sono le elezioni politiche, che si terranno nel mese di giugno. Ma bisognerà che i tre attori trovino la quadra. E prima di allora c’è il rinnovo del Parlamento di Strasburgo e Bruxelles. 

Perché Stram Kurs, che è la formazione più discussa, pure perché tirata in ballo per estemismo, è chiamata a scendere a patti con Dansk Folkepartei e Nye Borgerlige. Sempre che questi confermino la loro strategia, che sembra proprio quella volta alla costituzione di un fronte, o almeno di una coalizione, unitario, che vada al populismo, nel suo tratto tipico, a questo neo-massimalismo. Altrimenti il risultato complessivo da soppesare, quello del sovranismo danese – per semplificare – , avrà un valore inferiore. Ma perché Stram Kurs sta balzando agli onori delle cronache più degli altri? 

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dall'articolo di  per IlGiornale - OcchiDellaGuerra.it 

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