Huawei Google..... Se il bando dovesse essere confermato e diventare permanente, Huawei ne avrebbe. almeno all’inizio, un serio danno economico, perché i suoi smartphone sarebbero comunque inferiori ai concorrenti Android; più limitati e macchinosi nell’uso delle app di Google, più esposti a problemi di sicurezza, virus e malware. Un’amara ironia, visto che quattro anni fa, per mostrare le caratteristiche più avanzate di Android 6, Google aveva scelto proprio Huawei e collaborato con l’azienda cinese per lo smartphone Nexus 6P. Il danno però è anche per Google, che non incasserà le licenze di Android e perderà milioni di utenti in tutto il mondo (oltre che i loro preziosissimi dati).

Questo sarebbe il momento giusto, per Google, se volesse spingere sui propri prodotti: la serie Nexus non esiste più, ma è appena uscito l’ottimo Pixel 3a, primo esempio di hardware di Mountain View destinato alla fascia media.

Dall’altro lato, senza le licenze da pagare a Mountain View, forse gli smartphone Huawei diventeranno ancora più economici (specie il marchio low cost Honor). Difficilmente questo basterà a contrastare la spinta sui mercati occidentali di altri produttori cinesi, come OnePlus Oppo , Xiaomi, che continueranno ad adottare l’ultima versione di Android con tutti gli aggiornamenti e i servizi. Il bando potrebbe essere un vantaggio anche per Apple: ma non è detto che nella guerra delle ritorsioni e dei ricatti alla fine non sia coinvolta anche la Mela.

La posizione di Huawei 
In una nota, l’azienda cinese precisa la sua posizione: «Huawei ha dato un contributo sostanziale allo sviluppo e alla crescita di Android in tutto il mondo. Come uno dei principali partner globali di Android, abbiamo lavorato a stretto contatto con la loro piattaforma open-source per sviluppare un ecosistema che ha portato benefici sia agli utenti che all’industria. Huawei continuerà a fornire aggiornamenti di sicurezza e servizi post-vendita a tutti i prodotti Huawei e Honor esistenti per smartphone e tablet inclusi quelli venduti o ancora disponibili in tutto il mondo. Continueremo a costruire un ecosistema software sicuro e sostenibile, al fine di fornire la migliore esperienza per tutti gli utenti a livello globale».

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dall'articolo di BRUNO RUFFILLI per LaStampa.it 

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