conte dimaio salvini governoIl leader Cinquestelle: «Dopo Siri tutto è cambiato. Saremo intransigenti». Una guerra di logoramento lunga una campagna elettorale. Complici le interviste a raffica rilasciate da tutti i leader nello sprint finale verso il 26 maggio e le inevitabili domande sul complicato rapporto di coppia tra Lega e Cinquestelle, Matteo Salvini e Luigi Di Maio continuano a scambiarsi parole al veleno. Polemiche e frecciate restano d'attualità anche nell'ultimo giorno di comunicazione elettorale.

Il capo politico dei Cinquestelle mette in guardia l'alleato: «Non ho mai capito perché le elezioni europee dovrebbero cambiare il Parlamento italiano. M5S ha il 36% del Parlamento italiano, ha la maggioranza assoluta in Consiglio dei ministri e così rimarrà, io non intenzione di parlare di poltrone da lunedì ma di chiedere abbassamento delle tasse per le imprese e per le famiglie, salario minimo orario da realizzare, il decreto Famiglia, la legge sul conflitto di interessi». Insomma, cari leghisti non fatevi illusioni, se anche la Lega dovesse ottenere un successo alle Europee, gli equilibri italiani non devono mutare. 

«Non nascondo che il rapporto con Salvini è cambiato da quando c'è stato il caso Siri» dice Di Maio durante la registrazione di Otto e mezzo in onda su La7, aggiungendo di augurarsi che «da lunedì i leghisti possano lavorare di più. Non so dire se lo vorrei frequentare fuori o dentro la politica. Come ministri dobbiamo lavorare insieme ma su alcuni temi non ci si può che aspettare intransigenza da noi».

Di Maio Conte Salvini 100Sul fronte opposto speculari segni di insofferenza arrivano da Matteo Salvini che pure, diversamente dai grillini, alterna bastone e carota. «Ho sentito il governatore del Veneto, Zaia, è molto arrabbiato per i rallentamenti sulla più grande opera pubblica al momento in costruzione, la Pedemontana Veneta, perché «su 34 comuni attraversati ci sono 34 sindaci a favore: serve per viaggiare», dice durante un comizio a Verbania. «Io sono stufo di quelli che dicono solo no - aggiunge Salvini - io vi chiedo un voto per il Sì, un Sì anche per l'autonomia».

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dall'articolo di  per IlGiornale.it 

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