Il Traditore di Bellocchio CorriereIl Traditore è stato tradito da Cannes: epilogo amaro malgrado gli applausi, esce sconfitto il film di Bellocchio sul pentito di mafia Tommaso Buscetta. Il regista, alla sua quinta volta in concorso, forse non ci credeva, dopo la proiezione era ripartito subito per l’Italia, ma c’è chi ha detto che era tornato a Roma per scaramanzia.

Si rifarà con le vendite della Sony in Nord e Sud America, più l’Australia. Il presidente della giuria, il regista messicano Inàrritu, dice: «La nostra ricompensa non riflette che l’opinione di poche persone».

Vincono le donne e la politica, sconfitto Tarantino, in sala e mai inquadrato in tv. Gran premio della giuria a Atlantique di Mati Diop col suo racconto dei boat people del Senegal: era la prima regista africana in gara a Cannes. Premio della giuria al brasiliano Bacurau di Kleber Mendoncha Filho e Juliano Dornelles, e a Les Misérables di Lady Ly, ambientato nella banlieue in cui è cresciuto il regista ed è ambientato il romanzo di Victor Hugo; i gitani, i musulmani, le prostitute nigeriane, le guardie e i ladri in un quartiere polveriera: «E’ la miseria che lega tutti gli abitanti di quella comunità». Migliore regia ai decani del Festival, i belgi due volte Palma d’oro, Jean-Pierre e Luc Dardenne (Le Jeune Ahmed sul radicalismo islamico di un adolescente): «In quest’età di populismo, il nostro è un appello alla vita, all’apertura, alle differenze».

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Cominciato in sordina con gli zombie di Jim Jarmusch, ecco tutta la folla del Festival, tribù di eroi e martiri, zombie logorati da veti, file e metal detector, che dopo due settimane leva le tende su questo confusionario, folle, ridondante circo barocco per immagini. Arrivederci, Delon e papillon.

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dall'articolo di  Valerio Cappelli per Corriere.it 

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