ministro delleconomia e delle finanze Giovanni Tria LaStampa

Ci mancavano solo le manine a complicare la vita alla maggioranza giallo-verde. Doveva essere la giornata della risposta orgogliosa del governo alla Commissione europea, si è trasformata nella dolorosa resa dei conti fra due partiti che fanno sempre più fatica a condividere la responsabilità dell’esecutivo. Il giallo della bozza. Che accade? Accade che nel pomeriggio una bozza della lettera firmata Giovanni Tria viene diffusa alle agenzie, creando scompiglio fra Lega e Cinque Stelle. Prima la richiesta di chiarimenti del Movimento, poi la smentita del Tesoro, che solo in serata spedirà la versione ufficiale.

Un testo diverso in un unico dettaglio e che conferma come la bozza circolata fosse tutt’altro che falsa. Agli occhi del Movimento aveva semmai il difetto di contenere una frase ambigua su possibili tagli alle spese per il welfare. «Certo che era la versione giusta», conferma maliziosa la vice al Tesoro Laura Castelli.

La missiva rappresenta una difesa della gestione dei conti pubblici, passati e futuri. «Per quanto riguarda il 2018, sebbene le condizioni macroeconomiche non abbiano consentito all’Italia di soddisfare i requisiti sfidanti della regola del debito, ritengo che il governo abbia avuto un approccio prudente». Fin dall’insediamento, «non vi è stata alcuna decisione che implicasse un allentamento della politica di bilancio. Sebbene la crescita abbia sorpreso al ribasso, principalmente a causa di fattori esterni, l’anno si è chiuso con una significativa riduzione del disavanzo».

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dall'articolo di LaStampa.it 

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