operai votano Salvini imago 306601Lo dice Ipsos. Sinistra e Pd pescano fra gli operai rispettivamente l‘1,3 e il 14% dei voti. Una rivoluzione pacifica che non si era mai vista prima.  Gli operai hanno votato per Matteo Salvini. O meglio, il 40,3% dei voti arrivati alla Lega alle recenti elezioni europee va intestato a tute blu, operai in genere e attività affini. Questo dato rappresenta una vera rivoluzione in termini sociologici; la lotta di classe non esiste da tempo, ma le variegate e residuali anime della sinistra non intercettano più il corpaccione elettorale, che negli anni 70 dava sostanza al cosiddetto «potere operaio» nelle fabbriche. Il Carroccio, va detto, fa il pieno anche tra autonomi, commercianti e artigiani: le cosiddette partite Iva e non solo; qui l'orientamento consolida un dato tradizionale del voto a destra, che vede la Lega estrarre il 42,2% dei propri consensi da questa fetta di popolazione produttiva.

Ma c'è un'altra sorpresa, questa volta in quell'1,7% di consenso che gli italiani hanno dato nelle urne al sodalizio La Sinistra. Nello scomporre la provenienza professionale del voto, il 2,6% delle crocette sul simbolo è arrivato dai ceti elevati. Si tratta della percentuale maggiore tra le categorie assunte dal campione. E i ceti elevati conquistano la leadership del consenso anche nel Partito democratico, Mentre sia La Sinistra, sia il Pd, pescano le percentuali più basse proprio tra gli operai (rispettivamente 1,3 e 14,3%)

A misurare la scomposizione del voto tra le categorie professionali è stata Ipsos. E i Cinque Stelle? Anch'essi pescano tra gli operai (24,1%) e i disoccupati (20,3%), ma trovano scarsa credibilità tra i pensionati (13,1). Questi ultimi si polarizzano tra Pd, a cui attribuiscono il 28,2% del loro consenso, e Lega, che premiano con il 30,7% dei loro voti.

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dall'articolo di  Luigi Chiarello  per   ItaliaOggi.it 

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