Faziosi solo i giornalisti di sinistra In Italia, per giudicare un comportamento, prima ci si informa su chi è che lo ha fatto. Doppiopesismo: grazie a Minzolini si scoprono gli altarini. Non è certo la prima volta che un gruppo di giornalisti si candida alle elezioni. Basterebbe ricordare i nomi di Lilli Gruber, di Michele Santoro o di David Sassoli (o, un po' più indietro nel tempo) di Francesco Pionati, di Antonio Tajani, di Andrea Ronchi, di Peppino Caldarola, di Federico Orlando, di Paolo Guzzanti, di Paolo Gambescia (per citare i primi nomi che vengono alla mente, ma l'elenco potrebbe occupare un'intera pagina di giornale). E allora perché, stavolta, fioccanno le polemiche?

 

La spiegazione, probabilmente, va cercata nell'etica (vera o presunta) che oggi viene citata a ogni pie' sospinto dalla classe politica (e da quella dei commentatori politici) nel tentativo di cancellare l'immagine nefanda che la Casta ha offerto di sé negli ultimi anni, e che ha scatenato le inchieste della magistratura (anch'essa sul banco degli imputati con il procuratore antimafia Grasso e il p.m. di Palermo Ingroia a raccogliere l'eredità di Antonio Di Pietro). Perché l'atto di accusa contro i giornalisti è di carattere deontologico: eserciti una professione che dovrebbe garantire l'imparzialità dei giudizi, e poi ti schieri con un partito. Quale credibilità potresti rivendicare il giorno in cui, esaurito il mandato, tornassi a scrivere? Ma anche: quale credibilità puoi rivendicare per tutti i giudizi espressi fino ad oggi, adesso che ti sei levato la maschera di obiettività e imparzialità?

L'altro ieri Enrico Mentana ha postato un messaggio su Twitter: «Cari Minzolini, Ruotolo, Mineo, Mucchetti, Giannino, Sechi. Del giornalismo si diceva: sempre meglio che lavorare. Della vostra scelta pure». Puro stile qualunquista. Il direttore del Tg7, lascia intendere che in parlamento si lavora ancor meno che in redazione. Ovverosia che le soddisfazioni che il mestiere che i cinque abbandonano sarà largamente compensato dai privilegi che lo status di parlamentare garantirà loro. A fine giornata Mentana ha ricevuto un tweet di un cittadino carico di sarcasmo: «Perché lei non ha un orientamento politico? È forse meglio non dichiararlo e fingere oggettività che non esiste?».

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dall'articolo di Massimo Tosti per ItaliaOggi.it del 25/01/2013
 

 

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