Salvini attacca i giudici che hanno bocciato le sue leggiIl vicepremier contro i giudici di Firenze e Bologna: «Non fai il giudice, ti candidi alle elezioni, con un partito di sinistra ti fai eleggere, vai in Parlamento e cambi le leggi». A Bologna un giudice ha emesso una sentenza favorevole a due immigrati. A Firenze il Tar ha bocciato il daspo urbano, uno strumento che vieta a chi ha una denuncia di entrare in alcune zone della città. Dopo questi due provvedimenti, il ministro dell’Interno Matteo Salvini attacca i giudici che avrebbero assunto «posizioni in contrasto con le politiche del Governo in materia di sicurezza, accoglienza e difesa dei confini» e stila una lista dei magistrati nemici. La lista dei magistrati «contro le politiche del Governo».

 

Tre i magistrati presi di mira da Salvini: Luciana Breggia, del tribunale di Firenze, che avrebbe espresso pubblicamente posizioni critiche nei confronti dell’esecutivo e vicinanza con riviste sensibili al tema degli stranieri.

La seconda è Rosaria Trizzino, giudice del Tar di Firenze, che ieri – 4 giugno – ha cancellato il provvedimento sulle 17 “zone rosse” della città, con cui il Prefetto aveva vietato l’accesso ad alcune aree alle persone denunciate per i reati di rissa, lesioni e spaccio. Salvini ha già annunciato che farà ricorso.

La terza è Matilde Betti, il magistrato di Bologna che non aveva accolto il ricorso del Ministero dell’Interno contro l’iscrizione nel registro anagrafico di due cittadini stranieri.

Nei confronti delle ultime due, Salvini ha fatto sapere di volersi rivolgere all’Avvocatura dello Stato per valutare se non «avrebbero dovuto astenersi, lasciando il fascicolo ad altri. «Ci chiediamo – ha detto Salvini – se alcune iniziative pubbliche, alcune evidenti prese di posizione di certi magistrati, siano compatibili con un’equa amministrazione della giustizia».

Ospite di Otto e Mezzo, su La7, Salvini ha mantenuto il punto: «Non indago sulle idee dei giudici, ma ritengo strano che un giudice partecipi a iniziative politiche, se non partitiche, a favore di un certo tipo di immigrazione e poi emetta sentenze su quei temi».

Il vicepremier ha negato di voler cercare lo scontro con la magistratura, dicendo che «l’avvocatura dello stato saprà consigliarci per il meglio». Ma lo scenario appare tutt’altro che pacifico.

Articolo di Open.online 

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