crocifisso coperto al seggioGesù oscurato col nastro adesivo non è cosa che passa inosservata. Non stupisce dunque se qualcuno ha storto il naso entrando in quel seggio elettorale di Signa, piccolo comune nel Fiorentino: “Quando sono arrivata al seggio – racconta a IlGiornale.it Irina, rappresentante di lista – la scrutatrice mi ha fatto notare che indossava un rosario. Mi ha detto di averlo messo in segno di protesta, perché la presidente aveva tappato con dello scotch il crocifisso sulla porta”. Nella foto si vedono larghe strisce di nastro adesivo coprire il simbolo cristiano: una verticale, l’altra orizzontale. Sotto, coperto, il Cristo in croce.

 

Inevitabili le proteste. “Sono andata a chiedere alla presidente il perché di una simile scelta – insiste Irina – e lei mi ha detto che per legge lo può fare”. In effetti, alcuni recenti pronunciamenti giudiziari vanno in questa direzione. In una sentenza della Corte di Appello di Perugia si legge che “tra ciò che la sala delle elezioni deve avere non è affatto menzionato o considerato il crocefisso” e quindi è opportuno che “la sala destinata alle elezioni sia uno spazio assolutamente neutrale, privo quindi di simboli che possano, in qualsiasi modo, anche indirettamente e/o involontariamente, creare suggestioni o influenzare l’elettore”. Croce compresa.

Effettivamente – ammette anche Filippo La Grassa, segretario Lega piana fiorentina – la polizia ci ha detto che forse non è il massimo, ma lo poteva fare”. Restano però le critiche politiche del Carroccio. “Sinceramente lascia sbigottiti – aggiunge – la volontà grottesca della presidente di seggio, per di più moglie del candidato sindaco del Pd, di coprire il crocifisso. Questo è un gesto di volgare miopia sì, ma anche gravemente offensivo della sensibilità della maggior parte dei signesi e degli italiani. È inaccettabile che chi dovrebbe rappresentare il popolo italiano nella sua interezza anteponga a concordati e leggi dello stato i propri personali convincimenti. Un gesto del quale dovrebbe solo vergognarsi”.

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dall'articolo di ImolaOggi.it

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