Sea Watch MIGRANTS LaStampaA bordo dell’imbarcazione 52 migranti soccorsi al largo delle coste libiche. L’equipaggio: «L’Italia promuove atrocità».  La nave Sea Watch rifiuta di approdare a Tripoli per sbarcare i 52 migranti soccorsi al largo delle coste libiche, come offerto, per la prima volta, dalle autorità del Paese nordafricano. Il porto libico, secondo la Ong, non è sicuro. Per questo la nave ha virato dapprima verso la Tunisia, per poi dirigere decisamente verso Lampedusa, da cui la separano un centinaio di miglia. Una scelta, quella di non sbarcare i migranti in Libia, che ha suscitato in mattinata l’ira del ministro Matteo Salvini.

 La Sea Watch: “Vergognoso che l’Italia promuova queste atrocità”. «Tripoli non è un porto sicuro. Riportare le persone soccorse in un Paese in guerra, farle imprigionare e torturare, è un crimine. È vergognoso che l’Italia promuova queste atrocità e che i governi Ue ne siano complici». Così l’equipaggio della Sea Watch ha giustificato la scelta di non recarsi a Tripoli nonostante la Guardia costiera libica la indicasse come porto sicuro. In una comunicazione postata su Twitter e diretta alla Marina libica, il capitano della Sea Watch fa presente che la nave «batte bandiera olandese ed è obbligata ad aderire alle leggi olandesi ed internazionali riguardanti la ricerca e soccorso di persone in mare».

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dall'articolo di LaStampa.it 

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